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Leader e militanti di Askatasuna responsabili dei reati commessi il primo maggio 2019

22/03/2021 9:04



Personale della Polizia di Stato, nell'ambito di un'articolata indagine svolta dalla Digos della Questura di Torino e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha eseguito tredici misure cautelari (1 domiciliari, 3 divieti di dimora a Torino e nei Comuni della val Susa e 9 con obblighi di presentazione alla P.G.) nei riguardi di leader e militanti di Askatasuna responsabili dei reati di resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata aggravati, commessi in occasione del tradizionale corteo del 1° maggio 2019.

 

In particolare, è stata disposta la misura cautelare degli "arresti domiciliari" nei confronti di uno dei leader storici Marzuoli Mattia, di anni 37, al quale è stato riconosciuto anche il ruolo di coordinamento e direzione delle fasi violente della manifestazione.

 

Destinatari del "Divieto di Dimora nei Comuni di Torino e della Val Susa" sono stati invece C.E. (di anni 21), O.R. (di anni 40) e l'anarchico M.D. (di anni 29).

 

E' stata altresì disposta la misura cautelare dell'"Obbligo di Presentazione alla P.G." nei confronti di B.M. (di anni 29), G.S. (di anni 40), L.D. (di anni 31), M.M.E. (di anni 29), M.S. (di anni 22), M.D. (di anni 28), M.N. (di anni 26) e R.U. (di anni 31).

 

Analoga misura cautelare (obbligo di presentazione) è stata disposta anche a carico della storica portavoce di Askatasuna Lauriola Dana (di anni 40), attualmente detenuta in carcere in esecuzione di condanna definitiva, la quale, nelle vesti di "speaker", ha assunto il ruolo di "voce ufficiale del corteo", fomentando ed incitato gli altri facinorosi.

 

I fatti risalgono alla manifestazione dei lavoratori del 2019, allorquando diversi militanti di Askatasuna, posizionatisi in testa allo spezzone sociale composto da circa 2000 persone riconducibili anche al movimento No-Tav, all'area anarchica e ai vari sodalizi del dissenso cittadino, si sono resi responsabili di ripetute azioni violente che hanno reso necessari diversi e calibrati interventi dei contingenti delle forze dell'ordine e del personale della Digos al fine di impedire la realizzazione di una precisa strategia volta a sovrastare le altre componenti politico-istituzionali intente a sfilare per il centro cittadino e pian piano "conquistare" la testa del corteo con il precipuo obiettivo di dare, tra l'altro, una connotazione prettamente "NoTav" alla tradizionale manifestazione dei lavoratori. 

 

Poco prima che partisse il corteo istituzionale, diversi facinorosi hanno più volte tentato di sfondare i cordoni delle forze dell'ordine dislocati sotto i portici di via Po, riuscendo poi ad oltrepassare, ad inizio manifestazione, il furgone del partito Liberi e Uguali, tentando successivamente di scavalcare anche lo spezzone del Partito Democratico, aggredendo, in più occasioni, sia alcuni esponenti politici che i componenti del servizio d'ordine del partito, uno dei quali è stato violentemente colpito con calci e pugni da alcuni militanti di Askatasuna.

 

Quando i manifestanti sono poi giunti in via Roma hanno tentato di sfondare il cordone delle forze dell'ordine (ivi dislocato a tutela della manifestazione istituzionale ancora in corso in piazza San Carlo) che intervenivano con azioni di alleggerimento anche perché fatte oggetto del lancio di bottiglie, aste di bandiere ed altri oggetti contundenti, nel corso delle quali è rimasto lievemente ferito un operatore della Digos.     

 

Le complesse indagini della DIGOS hanno comunque consentito di individuare e denunciare in stato di libertà altri 30 militanti d'area per analoghi reati.

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