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La mistica, antica ed un po'misteriosa "Confraternita della Crusà ". Cavour

12/09/2020 11:39

La mistica, antica ed un po'misteriosa

"Confraternita della Crusà "

di Dario Poggio

Le confraternite sorsero nel XII secolo quali associazioni di fedeli erette per l'esercizio di opere di carità e pietà, ma aventi anche lo scopo dell'incremento del culto pubblico.

A differenza delle congregazioni religiose i membri delle Confraternite, allora come oggi, non prendono i voti e neppure vivono in comunità.

La rispondenza alle regole e la stabilità viene garantita con un formale decreto emesso dall' autorità ecclesiastica e dall' obbligatoria adozione di uno Statuto, che fissa lo scopo della Confraternita e regola i rapporti sociali interni.

La diffusione delle Confraternite, dal XII secolo in poi, fu rapidissima ed in particolare in Francia, Germania, Spagna ed Italia.

La grande popolarità delle Confraternite, che interessò tutti gli strati sociali, la fiducia che incutevano nei fedeli, l’esempio di povertà e rettitudine, contribuirono sensibilmente, contrariamente a quanto qualcuno pensava, ad arginare la divulgazione dell’eresia.

 Una Confraternita molto antica (fondata nel 1477) presente a Cavour era quella del “Santissimo Crocifisso “o “Santa Croce” o più comunemente chiamata della “Crusà “facente capo alla omonima Chiesa nel centro urbano di Cavour. Tuttavia, l’antica Chiesa di Santa Croce (che prima si chiamava di san Bernardino) si trovava all’epoca ai piedi della Rocca vicino alla Chiesa Parrocchiale ma le pessime condizioni in cui versava (fu gravemente danneggiata dall'assedio del 1690 da parte dell’esercito francese del generale Catinat) costrinsero la Confraternita nel 1696 ad edificarne una nuova immediatamente a ridosso della Porta di San Pietro o porta di Bibiana (oggi in via G. Giolitti all'angolo con via Plochiù).

Con atto del 28 marzo del 1772 il sodalizio fu ufficialmente associato alla nuova Chiesa.

Alla Confraternita partecipavano per sottoscrizione sia uomini che donne che indossavano come divisa un camice bianco con la Croce di legno o ferro sul petto o legata alla cintura.

Era retta da un Rettore uomo o da un Rettore donna eletti segretamente per votazione dai confratelli alla presenza del Vicario di Cavour. Vi erano poi due vice Rettori, tre tesorieri e 12 membri del consiglio ed un cappellano che si dedicava alla Chiesa.

Per essere ammessi alla confraternita bisognava fare un solenne " giuramento” che si faceva con un particolare cappuccio sulla testa.

Ogni confratello pagava una discreta somma annua per far vivere la confraternita.

Questa divenne in Cavour assai numerosa ed anche potente.

Molti confratelli erano contadini ma le cariche che contavano, quelle decisionali e più importanti erano tenute sempre dai notabili e nobili del paese o comunque da persone di cultura e.… di potere.

Molti, tra i popolani, sostenevano che era divenuta quasi una associazione segreta che indirizzava su molti argomenti e temi... ma in realtà si trattava solamente di male voci dettate dall' invidia e totalmente prive di fondamento.  

 Il sodalizio celebrava solennemente con Santa Messa e Benedizione la festa di Santa Croce e la festa del martire san Marziale le cui spoglie erano conservate (e lo sono tutt’ora) in una grande urna di vetro nella chiesa della confraternita di Santa Croce.

Sempre nella Chiesa di Santa Croce sono conservate molte reliquie di Santi e Martiri autenticate con Lettere Patenti della Curia Romana.

Inoltre nella Chiesa è conservata una preziosissima e sacra reliquia del legno della Santa Croce di Gesù. (a tal proposito dal supplemento al bollettino “Antenna sulla Rocca “del 1990 n°10 riportiamo: "Era stato l’Imperatore Costantino a volere che la croce non venisse più usata come supplizio, ma come oggetto di venerazione e di gloria. Nel 326 d.C. in seguito alla miracolosa vittoria su Massenzio, saputo che i pagani avevano chiuso la grotta del santo Sepolcro e fatto costruire un tempio dedicato a venere, ordinò che in quel luogo fosse eretta una chiesa dedicata a S. Elena, il nome di sua madre. Distrutto il tempio e la statua pagana, pensò di fare scavare per trovare il sepolcro del Signore: non solo lo trovò, ma trovò pure le croci. Non sapendo quale delle tre fosse quella su cui fu crocifisso il Signore, su consiglio del Vescovo Macario (ispirato da Dio), ordinò che le tre croci fossero portate a casa di una donna inferma e moribonda. Questa, toccate le prime due croci non diede segno di miglioramento, ma quando le fu avvicinata la terza croce si destò, aprì gli occhi, cominciò a parlare e si alzò dal letto. Con le croci furono trovati pure i chiodi che trafissero le mani ed i piedi del Redentore e la scritta: Gesù Nazareno, Re dei Giudei”

 

La Confraternita era aggregata alla Arciconfraternita della Chiesa di S. Marcello in Roma.     

Tra i molti impegni del sodalizio vi era anche quello di far celebrare per ogni socio defunto 30 Messe di suffragio.

I confratelli si trovavano ogni venerdì sera per decidere le attività per le varie feste religiose o per sante novene (per far piovere nei periodi di grave siccità o per avere dei buoni raccolti) o santi uffizi.

Tutte queste preziose reliquie e documenti sopracitati sono oggi conservati nel " Museo di Arte Sacra di Cavour".  Infatti, su iniziativa di Don Mario Ruatta (all’epoca Parroco di Cavour), del cav. Danilo Giuliano e dell’Associazione “Amici di Cavour e della Rocca”, una ventina di anni fa nasceva a Cavour il prestigioso “Museo di Arte Sacra Parrocchiale” che presto è diventato una attrattiva turistica del luogo sia dal punto di vista storico / religioso che da quello puramente culturale.

 Il museo inaugurato dal Monsignor Francesco Marchesano, Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e dell’Archeologia Sacra, era originariamente ospitato nella antica Chiesa della Confraternita di Gesù e di Maria.

Ma, con il passare del tempo, i reperti che costituivano la già ricca dotazione museale si sono incrementati facendo nascere l’esigenza di dare una nuova e più spaziosa sede al prestigioso Museo.

Grazie alla grande disponibilità del parroco Don Mario Ruatta il museo venne quindi trasferito nella più grande ed accogliente chiesa di “Santa Croce” sede dell’omonima confraternita.

In questa antica chiesa lo spazio è totalmente dedicato al museo che ha trovato così una sua ambientazione razionale e suggestiva in grado di meglio valorizzare i preziosi reperti che testimoniano il profondo amore ed attaccamento dei cavouresi alle tradizioni ed ai più antichi riti delle celebrazioni liturgiche.

                                                                                   Dario Poggio    

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