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Vito Bovino candidato a Sindaco di Corato (BA)

20/08/2020 16:00

di Piergiacomo Oderda

«Abbiamo fatto nostra la frase di Cesare Pavese, “conta quello che si fa, non quello che si dice”». Vito Bovino introduce la conferenza stampa per la presentazione della sua candidatura a Sindaco di Corato (BA). «La nostra idea è quella di una squadra, una compagine orientata al fare piuttosto che al dire. La situazione della città di Corato è sotto gli occhi di tutti, c’è bisogno di agire dal primo minuto. Non ci appartiene l’idea di un uomo solo al comando, vogliamo favorire la condivisione, l’inclusione e la partecipazione di tutti i soggetti di buona volontà che si riconoscono nella politica come servizio». Al contempo, invita le forze politiche moderate a «contribuire da protagonisti alla realizzazione di un programma che sappia dare slancio all’azione amministrativa. All’”io” preferiamo il “noi”. Corato deve tornare allo splendore che si merita». «Promettere l’irrealizzabile genera solo false illusioni; la bussola della nostra azione politico amministrativa sarà concentrata sull’operatività e la concretezza». Chiarisce di essere arrivato alla candidatura a Sindaco «dopo aver esperito tutti i possibili tentativi che portassero al raggiungimento di una sintesi. Lo stile che ci ha sempre contraddistinto in ogni nostro comportamento è ispirato ai valori della lealtà, della trasparenza, del servizio alla persona». Vito Bovino assume consapevolmente un impegno solenne etico morale prima che politico amministrativo. «La persona è al centro della nostra progettualità politica», i modelli d’ispirazione sono «la famiglia e la squadra dove tutto concorre al bene dell’altro». La visione strategica si regge su tre capisaldi, diritti, azione quotidiana e futuro. Diritto alla salute, innanzitutto, alla luce del periodo trascorso assume rilievo una politica sanitaria per il nosocomio. Per il diritto alla vita, cita le parole di card. Gualtiero Bassetti in relazione al tasso di natalità piuttosto basso, «una città senza bambini è una città senza futuro». Occorre potenziare il comando della polizia locale e il coordinamento tra le forze di polizia quanto al diritto di sicurezza in ambito urbano, così come per la sicurezza in campagna. Sottolinea ancora il diritto all’istruzione, alla cultura, a fare impresa con il riferimento alle condizioni in cui versa la zona industriale. Prosegue con il diritto ad una città più pulita, allo sport, ad avere «risposte certe e celeri dall’Amministrazione. Il nostro Comune ha solo un dirigente che coadiuva il commissario, quasi si ha paura ad interfacciarsi con la macchina amministrativa». Conclude incisivamente il primo punto, relativo ai diritti, si tratta di «diritti, non di favori o concessioni». Il secondo caposaldo è “azione quotidiana”. L’attività di manutenzione richiede «occhi aperti sulla città: le strade sono un colabrodo; ci sono scuole che indipendentemente dall’emergenza Covid necessitano di spazi per offrire una didattica adeguata». Occorre migliorare l’impegno della videosorveglianza, l’efficienza energetica per edifici di proprietà comunale, nel rispetto delle direttive europee. Vanno curate le strutture sportive, il Palazzetto, il campo sportivo, «la piscina che non abbiamo». Non ci si limita al calcio, Bovino pensa «all’atletica, a chi pratica il rugby e altri sport non tanto considerati ma che vivono una stagione di tanti sacrifici e danno lustro alla città di Corato nelle competizioni». Infine ricorda il cimitero e l’arredo urbano, «la segnaletica, le panchine, i marciapiedi, gli scivoli», dal pubblico si suggerisce “le aiuole”.

Bovino evoca «un principio cardine del nostro ordinamento istituzionale, la sussidiarietà, un livello di governo vicino a tutte le fasi della vita quotidiana». Terzo caposaldo del programma politico è il futuro, «essere un “team” che crea progetti» per esempio sul turismo religioso (Luisa Picarreta è di Corato), sull’agricoltura, per la valorizzazione della “cultivar coratina”. Bovino intende «la capacità di intercettare finanziamenti, di accedere a fondi. Non è sufficiente amministrare la quotidianità ma occorre avere una gestione imprenditoriale della politica locale. E’ necessario riscoprire il senso di comunità, ogni soggetto è consapevole del valore delle proprie scelte e dei contributi da dare alla collettività».

 

Piergiacomo Oderda

 

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