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URGE SVEGLIARE PINEROLO E IL PINEROLESE DAL SONNO. La lettera di Pinchiaroglio

14/11/2019 23:19
 
Luigi Pinchiaroglio (già PD di Pinerolo) scrive a Voce Pinerolese e propone una riflessione sul futuro di Pinerolo e del pinerolese.
A seguire il testo della lettera. 
 

URGE SVEGLIARE PINEROLO E IL PINEROLESE DAL SONNO

Il punto di non ritorno e ormai prossimo

Negli ultimi giorni due notizie mi hanno indotto a ritornare a riflettere sul futuro di Pinerolo e del Pinerolese e di considerare le azioni che potrebbero essere intraprese per destare un interesse attivo e concreto sull’argomento.
La prima notizia: l’inserimento di Biella nella rete delle città creative Unesco con tutto ciò che questo ha positivamente comportato in termini di aggregazione del territorio biellese per raggiungere l’obiettivo.
La seconda notizia: l’esclusione dei piccoli Comuni del Pinerolese dall’elenco relativo al bando “Programma di interventi infrastrutturali per piccoli Comuni fino a 3.500 abitanti”.
Due temi apparentemente distanti, senza punti di contatto, che riguardano tematiche di livelli ben diversi, ma che nella realtà, al di là degli aspetti e delle decisioni che sono frutto di elementi esterni al territorio, sottolineano come per Pinerolo e il Pinerolese si presenteranno possibilità di crescita, di sviluppo e di reperimento di risorse economiche solo a condizione che la città e il territorio sappiano fare massa critica orientando tutti gli sforzi verso un obiettivo comune.
È pur vero che le potenzialità espresse da Biella trovano difficoltà a essere calate nella realtà di Pinerolo per consentire alla nostra città di ambire a un analogo riconoscimento quale elemento propulsore di una nuova stagione di sviluppo. Ed è altrettanto vero che i piccoli Comuni del Pinerolese, a causa degli assurdi parametri indicati dal bando, non potevano che essere tagliati fuori dall’elenco a tutto vantaggio di altre realtà. Da qui le giuste critiche degli Amministratori locali che hanno visto i loro Comuni danneggiati da una impostazione del bando del tutto incomprensibile (perlopiù frutto delle scelte poco accorte della burocrazia ministeriale) e l’auspicio che il Ministero ponga tempestivo rimedio.
Tuttavia queste due notizie, al di là dei loro contenuti specifici, stimolano riflessioni più generali finalizzate a orientare possibili vie per consentire di imboccare la strada di uscita dal lento e sonnolento declino che, nonostante i fiumi di parole e di inchiostro versati negli anni, continua a interessare Pinerolo e il Pinerolese.
Il nostro Paese soffre da decenni di un deludente andamento dell’economia. Il tasso di crescita del reddito pro capite, al netto dell’inflazione, è stato negli ultimi 25 anni il secondo più basso tra tutti i paesi avanzati, solo la Grecia ha fatto peggio, e fra i più bassi al mondo. Questa situazione, però, non può fornire alcun alibi per abbandonarci alla rassegnazione e crogiolarsi in un devastante immobilismo. Altri territori, anche non distanti da noi, insegnano che le tendenze negative generali possono essere contrastate a livello locale con politiche di sviluppo indirizzate a valorizzare le peculiarità locali. Da qui la necessità di trasformare, in chiave resiliente, le criticità in opportunità.
In questo contesto l’assenza di un Piano strategico di zona condiviso dall’intero Pinerolese, non limitato a singole porzioni di territorio, più volte annunciato e “messo in cantiere” ma mai concretizzato e men che meno approvato e adottato, orientato a individuare le linee di intervento, le azioni politiche, tecniche ed economiche da intraprendere per raggiungere gli obiettivi e individuare i soggetti (istituzionali e non) interessati alla sua implementazione, evidenzia la debolezza di una visione di sviluppo di territorio. Situazione che contrasta con qualsiasi ipotesi di inversione del trend recessivo.
Fiducioso che l’oggettiva assenza di una visione complessiva di città e di territorio non significhi una rinuncia ad averla, provo a elencare una serie di temi sui quali chiamare a breve termine Pinerolo e il Pinerolese, nelle loro diverse articolazioni politiche, associative, culturali, imprenditoriali, religiose, sociali a discutere e a confrontarsi per intraprendere un percorso condiviso che costituisca la base comune sulla quale lavorare con la finalità di ricercare le necessarie risorse per traguardare un orizzonte temporale quantomeno ventennale.
1. Pinerolo e il Pinerolese necessitano di una forte spinta creativa e innovativa, che consenta di aprire la città e il territorio a scenari di sviluppo sostenibile orientati a guardare oltre i confini del Pinerolese, per cogliere le importanti sfide e misurarsi con territori analoghi su scala nazionale e internazionale.
Da questo punto di vista è stata sicuramente positiva l’iniziativa lanciata da ACEA nel 2017, denominata “Acea Centro Sviluppo e Innovazione” e orientata a offrire una concreta opportunità di rilancio economico, culturale, formativo e tecnologico del territorio Pinerolese. Come altrettanto positivo è stato l’avvio nel Pinerolese della prima “Comunità Energetica” del nostro Paese e della redazione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima (PAESC) da parte del Comune di Pinerolo.
Tuttavia queste attività, come altre molto apprezzabili ma altrettanto isolate (ad alcune delle quali ho partecipato, e tutt’oggi partecipo anch’io), rischiano di rimanere deboli nel perseguimento dei loro obiettivi e di non incidere sullo sviluppo del Pinerolese se non trovano nel territorio una forte tensione positiva, creativa e innovativa che sia indirizzata a valorizzarle e a inserirle in una strategia più ampia di sviluppo.
A questo proposito appare evidente come l’assenza di una diffusa propensione alla creatività e all’innovazione, che vada oltre gli slogan di facciata che si esauriscono nello stesso istante nel quale vengono lanciati, stia soffocando la società pinerolese e, in particolare, la sua economia. A questa mancanza occorre porre rimedio in tempi rapidi avendo ben chiara una assunzione di principio: l’obbligo di abbandonare qualsiasi fascino e/o tentazione di confondere per creatività e innovazione quelle correnti di pensiero che sono indirizzate verso la decrescita felice e l’ambientalismo ideologico e dogmatico, con tutto il contorno effimero e demagogico che esse si trascinano dietro. Un approccio che di creativo e innovativo ha nulla ed è buono unicamente a garantire un accompagnamento lento e anestetizzante verso la morte sicura della città e dell’intero Pinerolese. Visto che si tratta di operare in senso diametralmente opposto a questo, è opportuno che le condizioni al contorno, entro le quali operare, siano ben chiare e definite fin dall’inizio.
2. Individuazione, da parte della Regione Piemonte, del territorio Pinerolese quale “Area interna”, in applicazione della “Strategia Nazionale per le Aree Interne”, con l’obiettivo di definire gli obiettivi da perseguire e le azioni corrispondenti in grado di massimizzare il potenziale endogeno innovativo dell’area e consentire l’apporto delle risorse e delle competenze esterne al territorio.
3. Pur in presenza di interessanti e lodevoli progetti di livello comunale o intra-comunale, le progettualità di area vasta, per poter avere accesso alle necessarie fonti di finanziamento ed essere competitive, non possono essere gestite all’ombra delle singole torri civiche. Da qui l’inderogabile necessità di avviare senza alcun indugio un processo di fusione fra i piccoli comuni; unica strada per garantire servizi di qualità, attrattività del territorio verso potenziali investitori, generare la massa critica per innescare una interlocuzione efficace nei confronti degli livelli istituzionali superiori. So bene che su questo punto si entra in conflitto con abitudini, sensibilità, localismi, appartenenze culturali, storiche, religiose e interessi politici. Tuttavia il mantenimento di una eccessiva polverizzazione amministrativa rappresenta il terreno fertile nel quale attecchisce e prolifica la mala pianta del declino. Piaccia o no, occorrere farsene una ragione e a questa situazione bisogna porre rimedio in tempi molto rapidi.
4. È indispensabile ragionare sullo sviluppo di Pinerolo e del Pinerolese in unico contesto che, nell’ambito delle peculiarità che distinguono città, pianura, collina e montagna, si inserisca nel panorama più generale dei rapporti con la Città Metropolitana e con Torino con uno sguardo che vada ben oltre i confini dei singoli Comuni o delle singole Unioni di Comuni, assumendo come chiavi di lettura le seguenti dimensioni:
a. la visione di città e di territorio che si intende perseguire, dalla quale ne discendono le scelte di intervento,
b. l’organizzazione, intesa come coinvolgimento di tutti gli attori interessati al processo di sviluppo (siano essi soggetti istituzionali, privati, cittadini), la definizione dei soggetti attuatori e degli strumenti operativi per seguire le progettualità,
c. le fonti di finanziamento (pubbliche, private, partenariato pubblico-privato),
d. l’attenzione all’inderogabile necessità di garantire il rapido accesso alle reti digitali veloci su tutto il territorio, quali strumenti indispensabili per consentire comunicazioni sicure, affidabili e capillari, l’accesso ai servizi, l’aggregazione e l’utilizzo dei dati, la costante tutela e sicurezza del territorio: tutte condizioni imprescindibili per iniziare a parlare di sviluppo economico e sociale di territorio, in particolare per le aree montane.
Su questi temi, come su tanti altri che non espongo qui per non dilungarmi in una lettera già molto lunga, ma che dovranno essere integrati nella lista, è indispensabile che la società pinerolese, nelle sue diverse articolazioni, avvii un confronto serrato e produttivo, senza aspettare che le soluzioni calino dall’alto. L’attesa sarebbe vana e il punto di non ritorno è così prossimo da non consentire ulteriori perdite di tempo.
Davanti a noi abbiamo un bivio. O tutti, a cominciare dai cittadini che giustamente criticano l’inerzia della politica, per poi essere i primi a disinteressarsi del futuro della propria città e del proprio territorio come se fosse un argomento a loro estraneo, maturiamo la consapevolezza che Pinerolo e il Pinerolese potranno uscire dalla recessione economica solo attraverso una forte volontà, un grande impegno e una notevole quantità di energie che devono nascere all’interno della società pinerolese affinché essa acquisisca quello spirito visionario oggi assente, oppure siamo destinati a diventare un’area depressa, ai margini dell’economia, priva di interesse per qualsiasi tipo di investimento, con tutte le conseguenze che una simile situazione comporta.
Se questo è lo scenario, dipinto volutamente con tinte forti nella speranza di provocare qualche sussulto costruttivo, ma certamente non distante dalla cruda realtà, si pongono le domande del “che fare?”, “da chi può partire la scintilla necessaria per riaccendere l’interesse sullo sviluppo della nostra zona?”, “qual è il miglior sistema per destare dal sonno Pinerolo e il Pinerolese, senza che il tutto si esaurisca nella produzione dell’ennesimo e inutile documento sul futuro della nostra area?”. Negli anni ne sono stati prodotti già troppi (io stesso in passato ho partecipato a elaborarne qualcuno) e, ahimè, nessuno per diversi motivi è riuscito ad andare oltre la funzione di fare bella mostra di sé in qualche libreria.
La politica, attraverso la sua organizzazione territoriale, la sua trasversalità di opinioni e di rappresentanze, partendo dallo stato di conoscenza dell’area e dal materiale già disponibile, dovrebbe essere la prima ad attivarsi su scala urbana e territoriale, coinvolgendo nella partecipazione l’intera società, mettendo in campo idee, progetti di grande respiro sui quali lavorare per il reperimento delle risorse economiche, stimolando e aggregando il consenso. Ma la politica, sui temi generali che investono il futuro di Pinerolo e dell’intero Pinerolese nel suo complesso, forse in attesa delle elezioni amministrative di Pinerolo del 2021 e della composizione e ricomposizione degli schieramenti in campo, pare abbia abdicato alla sua funzione di progettualità di area vasta limitando l’azione agli stretti ambiti territoriali di competenza, condizione che ha indotto la società pinerolese a cadere in un sonno profondo.
In subordine alla politica, l’insieme del vasto settore dell’associazionismo, nelle sue molteplici rappresentanze culturali, di categoria economiche, professionali, sindacali ecc., messe da parte divisioni, rivalità e contrapposizioni di vario genere, potrebbe provare a surrogare ciò che la politica oggi non fa, proponendosi come parte attiva di un percorso di discussione e ricerca. Tuttavia questo approccio, già in passato sollecitato, stenta molto a trovare entusiasmo nel raccogliere un interesse diffuso, non limitato a singoli soggetti associativi.
In alternativa alla politica e al settore dell’associazionismo la scintilla potrebbe partire da gruppi spontanei e informali di cittadini, sarebbe una bella palestra di partecipazione attiva. Ma questa ipotesi, per certi versi molto affascinante, temo sia poco praticabile. Il timore che qualcuno possa, anche involontariamente, essere spinto a trarne vantaggi personali, proprio in vista del 2021, non sarebbe infondato. Da qui la certezza del naufragio dopo la prima uscita dal porto delle nebbie.
Rimane un’ultima ipotesi. Forse la più insolita e, per certi versi, provocatoria.
Siano gli Organi di informazione di Pinerolo e del Pinerolese, nella loro collegialità, a occuparsene. Provino a spingersi oltre la funzione di cronaca e commento dei fatti facendosi carico di stimolare, nelle forme e nei modi da essi ritenuti più efficaci e opportuni, un vasto e articolato dibattito, trasversale alla società pinerolese, sui temi dello sviluppo locale e del rilancio economico di Pinerolo e del Pinerolese.
La loro posizione super partes potrebbe consentire di:
a. interagire informalmente con tutte le parti politiche e con tutte le categorie sociali ed economiche, compresi i potenziali soggetti portatori di interessi, siano essi locali o no,
b. fare emergere in modo costruttivo e non conflittuale i punti di forza, le debolezze e le criticità che occorre rimuovere, ai vari livelli, per raggiungere gli auspicati risultati positivi,
c. portare sul tavolo di discussione le migliori “buone pratiche” seguite in altri territori, indipendentemente dai colori politici delle Amministrazioni che le hanno implementate,
d. indirizzare la discussione in modo da massimizzare gli aspetti creativi e innovativi,
e. coinvolgere i cittadini, nella loro generalità, dando loro spazio libero di espressione, senza distinzioni politiche (aspetto non secondario se si vuole coinvolgere quelle fasce di popolazione più refrattarie verso il confronto politico),
f. fornire ai giovani un contesto di discussione nel quale fare emergere la loro visione di futuro portandola al centro del confronto con la città e il territorio.
Con la viva speranza che la politica riposizioni la sua attenzione a livello territoriale e si occupi di questi temi di vitale importanza, chissà mai che seguendo questa via non sia possibile fornire un positivo contributo, senza timore da parte degli Organi di informazione di essere targati politicamente, facendo sì che qualche frutto maturo possa essere raccolto a beneficio di tutta la collettività?
Nella ferma convinzione della necessità di operare affinché la società pinerolese si rianimi con slancio e vigore, penso sia opportuno sgombrare il campo da possibili malintesi e retro pensieri.
Qualsiasi sarà l’iniziativa intrapresa, che auspico si avvii presto, sia ricca di partecipazione qualificata, contenuti di altissimo livello e grande successo, io non sarò fra i cittadini pronti a raccogliere i frutti per trasformarli in azione politica. L’orizzonte temporale che si prospetta davanti a noi è quello nel quale si apriranno i giochi e i tatticismi funzionali alle elezioni amministrative di Pinerolo del 2021 e il fiume carsico delle candidature a Sindaco si alimenterà attraverso apporti sotterranei e non sfocerà in proposte fino alla campagna elettorale. Condizione ideale, da un lato per sterilizzare qualsiasi iniziativa, dall’altro per cavalcarla nel momento più opportuno.
Bene, in questo contesto, sgombero il campo da ogni dubbio. La mia decisione è quella di assistere a questa futura competizione elettorale come cittadino attivo, attento e interessato al futuro di Pinerolo e del Pinerolese e alle proposte che verranno formulate. Sarò, pertanto, disponibile a fornire il mio contributo di idee, a mettermi al servizio di altri, ma non più a calarmi in prima persona nell’agone della competizione amministrativa. Per guidare Pinerolo negli anni futuri con slancio c’è bisogno di facce nuove, giovani o meno giovani, ma pur sempre nuove. La mia faccia, ancorché io non abbia mai ricoperto ruoli istituzionali, nuova non è. Quindi, nessun timore, il mio è e resterà uno stimolo, volutamente orientato a “scrollare la pianta”, ma nulla di più!
Fiducioso che i contenuti qui esposti possano suscitare interesse e favorire un clima politico e sociale effervescente ricco di lungimiranza, intraprendenza, apertura del nostro territorio al mondo, ringrazio per l’attenzione e invio cordiali saluti.

Luigi Pinchiaroglio

Nella foto Pinchiaroglio

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